Il jazz italiano ha intensificato nel tempo i rapporti con it rock/pop, in passato tanto odiato. Hendrix, Led Zeppelin, Zappa, Michael Jackson, Doors, per limitarsi ai maggiori, negli ultimi anni sono stati al centro di “progetti” piu o meno felici, per non parlare dell’approccio “indie” di molti giovani improvvisatori cresciuti con i Radiohead nelle cuffie. Tononi in carriera non ha mai seguito le mode e probabilmente l’aver scelto di dedicarsi alla Allman Brothers Band e un’idea the gli frullava in testa da chissà quanto. Alla materia si e avvicinato con il suo robusto imprinting di free drummer, in compagnia di fiatisti dal piglio deciso e torrenziale (Passerini, Bittolo Bon e in un brano Cavallanti, sodale di tante session infuocate), strumentisti innovativi (Emanuele Parrini, viola e violin, il bassista Joe Fonda) e pure una vocalist (Marta Raviglia) in grado di cavarsela egregiamente. Midnight Rider, Don’t Want You No More, Whipping Post, Hot ‘Lanta, You Don’t Love Me scorrono secondo un’altra prospettiva e rivelano particolari nascosti grazie al percepibile entusiasmo posto in essere dai partecipanti. (7/8)
Piercarlo Poggio