Jazz Convention parla di CHAOS AND ORDER

Jazz Convention parla di Jazz Convention parla di CHAOS AND ORDER

Ecco un lavoro che viene dallo spazio profondo, da un altrove in cui tante volte piace rifugiarsi per cercare nuove sensazioni e rifuggire il risaputo, per provarsi all’ascolto, alla visione o alla lettura in modo diverso e spiazzante. Come con un film di David Lynch, con un libro di Roberto Bolano o con un disco di John Zorn. Proprio quest’ultimo potrebbe risultare parente nemmeno troppo lontano del quartetto di eccellenti musicisti ed esploratori che qui incontriamo (del resto il suo magnifico sodale Marc Ribot ha inciso insieme a Giovanni Maier per la Long Song Records). Francesco Chiapperini e Gianluca Elia ai sassofoni e clarinetto basso sono i protagonisti dei dialoghi strumentali che ascoltiamo in primo piano, a tratti urgenti ed arrembanti, a tratti sospesi in una atmosfera astrale ed indefinita, con entrambi i musicisti bravissimi nel trovare percorsi sempre diversi, a volte in una circolarità di note tese ad inseguirsi alla ricerca di un tema comune.
In questo essenziale e rigoroso quartetto (nel quale un ruolo fondamentale è ricoperto dalla batteria-motore di Antonio Fusco) è la chitarra di Dario Trapani l’elemento forse più particolare del contesto, in quanto portatrice di sonorità costantemente in evoluzione, spiazzanti, provocatorie e sostanzialmente la limite dei generi musicali. Nella combinazione di questi strumenti e nella natura delle composizioni, tutte molto originali nella loro costruzione, sta la diversità di questo disco, peraltro prodotto da una meritevole etichetta italiana che lavora da dieci anni su jazz, rock e musica improvvisata.

Sergio Spada

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