Irrintzi-Buscadero

Buscadero parla di Irrintzi

L’instancabile XABIER IRIONDO – non basterebbero queste due pagine per tener conto di tutte le band e di tutte le collaborazioni a cui ha preso parte – non contento di essere ormai tornato a tempo pieno negli Afterhours e di avere appena pubblicato un 10′ col compagno di tante avventure Paolo Cantù, esordisce col suo primo, vero e proprio album intestato a suo nome. Irrinizi- che in basco, sua terra d’origine, rappresenta un urio stridente, sonoro e prolungato – è un lussuoso doppio LP con due facciate incise e due serigrafate sul vinile. Ad accompagnarlo, amici vecchi e nuovi, da alcuni Afterhours (Agnelli, Prette, Dell’Era) a Roberto Bertacchini, da Paolo Tofani degli Area al due OvO. per arrivare al sassofonista Gianni Mimmo, a Cristian Calcagnile, al musicista basco Gaizka Sarrasola. In quasi egual misura specchio del suo essere musicista rock e di ricerca.
Irrintzi è un continuo turbinio di creatività, sperimentazione, ripulsa delle soluzioni più ovvie. E così Elektraren Aurreskua è una sorta di etno-popular music dove si mescolano voci, suoni, field recordings, la titletrack un parossistico rock pulsante, come dei Sukzide mai cosi kraut, resi folli dalle anfetamine, ll Cielo Sfondato un acid-rock screziato da intromissioni free ed indiane. In Gernika Eta Bermeoo, una voce ricorda il bombardamento di Guernica. assecondata dalle sciabolate e dal suoni che come in un film scorrono sotto di essa, soluzione che ritorna in parte nell’invettiva di Preferirei Piuttosto Gente per Bene Gente per Male. The Hammer è potentissima e agghiacciante (in compagnia di Dorella e Pedretti degli OvO), mentre Itziar En Semea è tutta un fiorir di sibili. Rimane da dire delle due cover in scaletta: una Reason To Believe trasformata in un macilento grumo d’elettricità ed una Cold Turkey strepitosa, resa in maniera più classicamente rock.

Lino Brunetti

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