La Foce Del Ladrone – rockambula.com

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Le cose cambiano, gli anni passano e le mode inevitabilmente tornano a ricordarci di cosa eravamo fatti, di cosa ci facevamo. Per cosa piangevamo. Non capisco se prendere sul serio il disco “La Foce del Ladrone” del musicista Fabio Zuffanti, una parodia schizofrenica ed energica dell’album cult anni 80 di Franco Battiato.
Via da queste sponde sbeffeggiati armonicamente dalle onde, parole narrate in italiano, incastri di vita ed amore, elettronica e musica d’autore. Non è facile entrare nell’ottica del disco, bisogna esasperare gli ascolti per capire che nonostante il mare parliamo di un disco ben fatto (terza produzione per Zuffanti), a volte simpatico, a volte innamorato, a volte schietto. In fondo ben strutturato e materializzato. Qualcosa di innovativo malgrado i chiari riferimenti alle melodie andate, musica strana (e queste sono parole dell’autore) da incastrare senza una spiegazione, no radio edit, la voglia di stupire con effetti speciali, di giocare con la musica senza dolcezza ma con tanta violenza.
Nell’aria armonizzi alla Battisti, c’è sempre il sole dove veglia Lucio, il sole penetra in profondità illuminando candidamente l’intero disco che Fabio Zuffanti riesce in tutte le maniere a fare proprio uscendo volentieri da qualche schemimo ben preparato, la salvezza in calcio d’angolo. E poi viole e violoncelli, continuavano a fiorire le rose. Una cosa diversa finalmente viene a presentarsi alle mie orecchie, non è rock, non so cosa sia ma comunque mi lascio conoscere volentieri. Lode a questo artista musicalmente strano e soddisfacente.

Riccardo Merolli

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