Porno Jazz – All About Jazz Italia

All About Jazz Italia parla di Porno Jazz

Porno Jazz è un concept album dedicato al foot job e all’erotismo in genere. Di cosa stiamo parlando? Ilfoot job è la pratica erotica della masturbazione realizzata con i piedi femminili. Nei primi 23 secondi dell’album (“Intro”) una signorina e un signorino (quest’ultimo in maniera più silenziosa) godono felici di loro stessi. Un inizio inappuntabile e scontato.Non troverete altri momenti di jazz-rock scoppiettante come in “Arpeggi,” una improvvisazione spensierata dai colori accesi, elettrici e – inevitabilmente – caldi.

I nomi dei musicisti sono celati da strani pseudonimi come a trattarsi di scambisti dell’eros, ma forse piuttosto di eroi del cinema porno. In uno strano reading poem, probabilmente qualcuno dei succitati musicisti, descrive il proprio feticismo, amore, desiderio e ossessione per i piedi. Il racconto non è privo di rivelazioni (“avevo tredici anni la prima volta che mi fecero il mio primo foot job“). Sotto questa che – piuttosto che essere una confessione – è una risposta ad una intervista, rumoreggia la band, accompagnando le parole, la batteria che crea illusioni sonore e veli acustici che si spostano lentamente. Il brano si intitola “Mr.Foot Job – Sweet Water Pt.1″.
E’ quindi solo nel successivo “Fuck a 37 1/2 – Sweet Water Pt.2″ che effettivamente si realizza il coito che avevamo desiderato, da immaginare visivamente in prima o terza persona grazie al grande fracasso della band, batteria, basso, chitarra, che solo parzialmente nasconde l’ansimare di una bella scopata. Sarà merito dell’uso massiccio del wah-wah, ma questa altra improvvisazione ricorda le atmosfere di On the Corner. Giusto richiamo e riferimento ad un grande album intriso di sesso viscerale e autentico.

Vi sembrerà intuitivo ma nel capitolo immediatamente successivo (“Heard You But Not Seen – Sweet Water Pt.3″) un solo di violino, breve e così romantico stabilisce la fine del rapporto sessuale.

Tentando di decodificare più che ascoltare lo svolgimento dell’album, sembrerebbe che uno dei protagonisti della scena sessuale voglia tentare una seconda impresa, infatti “Soft Transition” è un caldo incedere di tratti sonori con un sassofono protagonista, in una atmosfera acustica apparentemente immobile. C’è una intenzione ben precisa, ma appunto solo una intenzione, che i musicisti devono essersi reciprocamente dichiarati prima di suonare questa improvvisazione. Appaiono anche un koto, poi la chitarra (distorta) e l’elettronica intensificano e saturano lo spazio sonoro. L’ombra che materializza spesso tra le tracce è quella degli Area, e di Bitches Brew.
L’esperienza si chiude con il capitolo malinconico e suggestivo di “La puta del barrio,” una poesia dedicata all’amore, con un intenso solo di basso.

Al Partito dell’Amore aggiungiamo quello del Sesso. Tuttavia se ascoltate questo album a casa vostra, la vostra famiglia, i vostri vicini o peggio vostra moglie o vostro marito, potrebbero pensare che state facendo le cosacce. Quindi armatevi di cuffie facendo solo finta di seguire “Porta a Porta”. Siete avvertiti.

http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=4844

Luca Pagani

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