Il quartetto No Pair ha diverse carte nel suo mazzo: grande spontaneità, amore per la ricerca (che si tinge di colori zappiani e zorniani) e passione per la dicotomìa tra densità e rare-fazione: tutte caratteristiche che si apprezzano bene in questo lavoro, capace di farsi ascoltare sia per l’originalità timbrica della band sia per i pregevoli contributi dei singoli elementi.
Edag è forse il brano più rappresenta¬tivo del disco, con la sua alternanza di melodia e ruvidezza. Da ascoltare più volte è anche l’apparente rilassatezza di Spreadsheet, in cui il clarinetto di Chiapperini brilla nella sua multiforme personalità. Brain Misty è Invece il momento più intimo del gruppo, do¬ve grande risalto hanno le sfumature timbriche dei singoli. A ogni modo ascoltando il lavoro tutto d’un fiato ci si accorge ben presto che la divisione tra un brano e l’altro non è poi così determinante. Siamo di fronte a una serie di pezzi che raccontano una storia unica pur non essendo omo-genei. E questo non può che essere un pregio.
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Evangelista