Nel marzo 2006 i chitarristi Nels Cline ed Elliott Sharp si incontrano in studio e cominciano a registrare delle improvvisazioni acustiche ed elettriche. Dei due quello che conosco meglio, come credo molti di voi, è Nels Cline, chitarrista attuale dei Wilco di JeffTweedy e soggetto attivo nel suono della band. Di entrambi conosco la passione per il jazz e per l’improvvisazione pura, Cline ha una formazione più rock-blues (Duane Allmann è uno dei suoi favoriti), Sharp è più uno sperimentatore, uno che cerca soluzioni estreme e fuori dagli schemi. “Duo Milano” è il risultato di questo incontro (speriamo non sia unico), cinque brani acustici e altrettanti elettrici, un viaggio avventuroso e senza limiti tra i meandri della sei corde, un percorso che presuppone un’ottima tecnica sullo strumento e una buona intesa tra le due anime che si trovano, una di fronte all’altra, in uno spazio ristretto e intimo come quello dello studio. E le corde delle chitarre non vengono solo fatte suonare, ma anche percosse, pizzicate, tirate, stimolate e chissa quanto altro non riusciamo a percepire. Non nascondiamoci che “Duo Milano” è un disco impervio e non addomesticato, invenzione sonora che si dispiega alle nostre orecchie dopo svariati e attenti ascolti, un peregrinare coraggioso oltre il comune sentire musicale che può rappresentare una breccia di evasione e un diversivo da quello che siamo abituati e che ci piace ascoltare normalmente. Atipico e stimolante.
Edoardo Frasseto