Funziona benissimo il sodalizio fra il nostro Simone Massaron (certamente il chitarrista più interessante fra quelli emersi recentemente nel panorama italiano) e la cantante americana Carla Bozulich, compagna di avventura e di vita di Nels Cline. Una proposta matura e coerente, degna di ben figurare nel panorama internazionale.
L’atmosfera è magicamente sospesa fra blues, folk, rock e jazz d’avanguardia e la voce piena di fumo e di sensazioni notturne di Carla Bozulich è il giusto catalizzatore per fare emergere l’oro dall’intruglio misterioso, come se fosse una sorta di moderna pietra filosofale che prende una ballata popolare e la trasforma in una canzone stralunata fuori dal tempo. Un po’ quello che succedeva nei primi album di Captain Beefheart o in alcune sperimentazioni dei Grateful Dead più lisergici.
Quello che ascoltiamo sono nove brani (scritti da Massaron con la collaborazione di Carla Bozulich per i testi e con l’eccezione di “The Getaway Man” scritta invece dal produttore Fabrizio Perissinotto) che potrebbero tranquillamente fornire l’ossatura per un album di Tom Waits, anche se la voce della Bozulich è decisamente meno abrasiva di quella del cantautore americano, senza che questo particolare le faccia perdere un solo grammo di espressività.
La chitarra di Massaron profuma di zolfo e di lava incandescente. Rugosa e generosa, a volte vicina alla tradizione, a volte immersa con decisione nell’avanguardia. Senza farsi mancare nulla di tutto quello che sta in mezzo. La batteria di Zeno De Rossi è perfettamente calibrata per fornire spunti, sollecitazioni e non si vergogna di diventare puro e semplice accompagnamento all’occorrenza. Anche gli altri musicisti coinvolti nel progetto sono ottimi interpreti di questo clima peculiare che si trascina nella middle America per poi sbucare sui Navigli.
All About Jazz Italia parla di Your Very Eyes
Maurizio Comandini