Scordiamoci per il momento la Mosaic Orchestra. Alla testa del nuovo quartetto Technicolor, Maier abbraccia con decisione l’universo elettrico, offrendo due vibranti se- dute cariche di climi rock e fusion (a partire dai classici modelli di Miles Davis e dei Weather Report) entro un universo variegato nelle soluzioni architettoniche e nello spettro cromalico: si va da momenti tradizionali a collettivi free, da temi attentamente costruiti a episodi di fortissimo impatto. caratterizzati dall’estro dei solisti. Il disco più coinvolgente è quello centrato sulle chitarre di Ribot e Massaron, il cui impeto è esaltato dal ricco lavoro ritmico di Maier e de Rossi, maturato in una lunga frequentazione. Gli ingredienti in gioco son tutti noti ma la rielabo- razione, eterogenea e fantasiosa. rende la pietanza attrattiva fino all’ultimo. Meno frenetico risulta il secondo disco, che si caratterizza per il bel dosaggio tra dimensione . scritta e interventi personali: sul contrasto tra i lenti fondali delle tastiere e il dinamico drumming di de Rossi, il basso elettrico di Maier emerge con sobrietà e ricchezza narrativa.
Leonardi