Mica ci stupiamo se un prodotto firmato Xabier Iriondo ed etichettato Wallace Records riesce a spiazzarci ogni volta. Anzi, se ci pensate è ancora più difficile: perché – chi conosce almeno un po’ delle ultime cose di Xabier (Polvere, Uncode Duello, A Short Apnea, Tasaday), ha visitato il suo negozio/laboratorio a Milano “SoundMetak” (dove vende strumenti rarissimi e improvvisa performance) ed è conscio del rooster sempre così sperimentale della banda di Mirko Spino – si approccia ad un loro prodotto con diverse difese immunitarie. Difese che però vengono puntualmente messe kappaò. Per questo nuovo lavoro dal titolo Your Very Eyes, Iriondo è in compagnia del sassofonista Gianni Mimmo (però non è nuova la loro collaborazione); insieme decidono di portare le loro esperienze musicali tra le mura della chiesa di S. Lucia delle Malve (X Secolo, tra i sassi di Matera) essenzialmente per due motivazioni, come spiegano nella presentazione al disco: “La prima è di ordine acustico. La pietra di quei luoghi è sonora e reagisce in modo molto interessante alle sollecitazioni timbriche. La seconda è quella vera. C’è necessità di una sorta di celebrazione di questo tentativo di creazione di un meta-linguaggio”. Il risultato naturalmente ha il sapore complesso dell’avanguardia. Un gusto fatto di contrasti, incontri/scontri e minimalismo. Rumori contro sax soprano, mahai metak (chitarra da tavolo a dieci corde) contro il silenzio della pietra, taisho koto (strumento a corda giapponese) contro qualche diavoleria lo-fi. Passato (la chiesa rupestre del X Secolo) contro presente, anzi futuro (la mescolanza di e tra “suoni nuovi”). Il tutto a creare quel “meta-linguaggio” di cui parlano i due autori. Un codice sonoro che mescola le due esperienze: classica e jazz quella di Gianni Mimmo. Avanguardia rock quella di Xabier Iriondo. Lunghe e sinuose session, di silenzi e suoni. Dunque “Your Very Eyes” è soprattutto un laboratorio sonoro. Un contenitore di suite che affascinano fino a stancare. Un progetto di musica senza steccati.
Riccardo Marra