Nel quarto [“Two For Joyce” n.d.r.] c’è un concerto triestino con Tippett (del 18-5-12), intensamente dedicato a James Joyce e perfettamente registrato. È forse quello in cui l’arte del contrabbas- sista si offre con maggiore ostensività, complice un parter la cui fantasia e il cui senso drammatico, specie quando sono declinati percussivamente, sembrano appartenere per elezione a quel nido di tensioni che diventa il contrabbasso del Maier più concentrato. I gesti precisi e raffinati del suo pizzicato fanno rimbalzare suoni duri e corti, dal timbro ambrato, stondati e ritmicamente carichi; quasi refrattari ai larghi tagli armonici. Con l’arco disegnano gracili ragnatele che oscillano e si afflosciano nel silenzio, oppure produ- cono violente strappate dal timbro sempre ricercato.
Dalla Bona