La montagna e il topolino si incontrano. Uno spirito fragile e controverso come quello di Carla Bozulich, cantautrice dalle vicende personali anche drammatiche e che si riflettono in una personalità a tratti difficile e diffidente, mette a disposizione di Simone Massaron, dotato chitarrista italiano che abbiamo apprezzato nel suo esordio solista “Breaking News”, il suo universo fatto di stelle e buchi neri. Con una visuale più allargata si potrebbe dire che la sensibiltà contaminata di questa autrice va a mettersi in contatto stretto con la tradizione vasta ed eterogenea del cantautorato made in U .S.A. mediata grazie all’impronta più sperimentale del chitarrista italiano. Mettiamo subito in chiaro che questo non è il nuovo disco della Bozulich che ha partecipato scrivendo testi e cantando sulle musiche scritte da Massaron. Un album quindi prettamente italiano ma di respiro internazionale che ha avuto una gestaziol1é difficile e sofferta. Una scommessa che in Italia pochi avrebbero avuto il coraggio di lanciare e che si può dire vinta in tutto e per tutto. Simone Massaron pesca dal folk, dal blues, dal rock più classico giungendo fino a improvvisazioni sonore fuorvianti, mentre la Bozulich si rivela interprete di gran classe, travestendosi da Tom Waits al femminile, da Diamanda Galas, da Patty Smith, ma mantenendo quel carattere di originalità che ha fatto di “Evangelista”, il suo disco di un paio di anni fa, un esordio sconvolgente. Il connubio Massaron-Bozulich è una meraviglia da custodire gelosamente.
Edoardo Frassetto