Due personaggi noti per un’antica militanza nel movimento free anni ’60. Il primo è stato contrabbassista al fianco di giganti come Cecil Taylor, Albert Ayler, Sun Ra e Archie Shepp. Il secondo un pianista legato alla medesima scena e a quasi gli stessi grandi musicisti, inclusa un’ampia militanza in terra olandese accanto a nomi quali Maarten Altena e Willem Breuker. Ora Silva e Greene si ritrovano per dar vita a questa lunga session per sintetizzatori improvvisati. La trama che si struttura a partire da una strumentazione molto analogica – o comunque che fa di tutto per sembrarlo diventa un vero e proprio magma gommoso che scoppietta e rimbalza per oltre un’ora di musica davvero singolare. Una lunga suite assolutamente pomposa, dal titolo Indiane of the Americans Suite, si ammanta di scelte timbriche kitsch che recuperano, saturando completamente il panorama sonoro, un gusto vintage orientato con decisione ai vecchi sintetizzatori e a quel mondo elettronico fatto di filtraggi e modulazioni d’onda. Esperimento interessante e certamente riuscito se non fosse per un eccesso di densità e di durata che mettono a dura prova l’ascoltatore (concentrato o meno).
Michele Corallo