L’intrigante sottotitolo – ventiquattro improvvisazioni su pianoforti rotti e scordati trovati a New York – sintetizza perfettamente il contenuto. Nicola Cipani ha cercato per due anni pianoforti in cattive condizione nella zona di New York (città dove vive facendo il professore di italiano all’università) e con essi ha registrato questo “The lll-Tempered Piano”, ironico contraltare del clavicembalo bachiano, nel riverbero di magazzini e fabbriche abbandonate. Lo ascoltiamo dunque mentre passa da strumenti semplicemente malconci, in cui la scordatura crea effetti flanger o chorus, a veri e propri catorci sui quali è impossibile per l’esecutore ritrovare i consueti riferimenti. Il piano suona (più o meno) come un sitar, uno xilofono, un synth, e i frammenti di melodia appaiono come disegnati dietro un vetro opaco che ne sfuma i contorni. Pur incappando in qualche secca, dalla quale i suoni delcati da maneggiare e la carenza di appigli melodici non aiutano a uscire, Cipani è bravo a suonare i difetti dello strumento davanti al quale di volta in volta si siede, e a reagire agli stimoli imprevedibili che gli arrivano (ogni nota di un pianoforte scordato è un tuffo nel buio).
Val. C.